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Per una sera il “GIRAPAGINE”
/di Mag
cronaca di una sera, 27 maggio 2017
Assistere da dietro le quinte ad uno spettacolo musicale o teatrale, che dir si voglia, è tutta un’ altra cosa! Per la verità ero già stata nel retro di un palco teatrale durante alcuni festival musicali, ma la cosa si era limitata al dover accompagnare uno o due concorrenti alla Kermesse e quindi vi ero restata giusto qualche decina di minuti e via … ma assistere a tutti i “maccheggiamenti” di un intero spettacolo, mai.
Ed invece ieri sera in qualità di “girapagine” all’ombra della mia Concertista Pianista ho potuto “sbirciare” il mondo dello spettacolo dal di dietro, o meglio, dal di dentro.
“Ciao, chi sei ?”
“ No io sarei il girapagine della Pianista, ossia penso di doverlo fare ma non so dove devo andare ?”
“A sì sì, aspetta qui, ora vedo …. “
Lo spettacolo inizia alle 21 e sono le 21 e al botteghino si fa ancora la coda …. la serata si prospetta calda e il pubblico va in crescendo, mi alzo in punta di piedi per vedere fra le teste se riconosco qualcuno… intravvedo il Maestro Andrea in compagnia e con una mano gli faccio un cenno, a fatica m’infilo tra la folla e mi riesce di raggiungerlo….
“Ciao, allora farai il girapagine questa sera ?…. “
“Ma io non lo so… forse si .. forse … l’avete vista ?”
“No, ora non c’è più, prima era qui… ma tu dovresti andare dentro”
“Io veramente non so neanche dove devo andare ?”
“La vado a cercare io se vuoi ?”
“Ecco si grazie…”
Meno male che ho incontrato il Maestro Andrea che dopo poco mi conduce sul fianco del teatro e indicandomi una porcina posta al di sopra di una scaletta in pietra, mi dice :
“là dentro ci dovrebbero essere tutti gli Artisti”
Arrivo in una sconclusionata stanzetta dalle pareti scure, ma fin troppo illuminata da faretti accecanti, che brulica di persone scarsamente abbigliate o vestite in accappatoio che vanno freneticamente avanti e indietro fra specchi e lavandini, qualcuno si ferma ad osservarmi, io gli sorrido e dico subito che sarei la “girapagine” domando quindi della Pianista … ma non faccio in tempo a finire la frase che sento la sua voce alle mie spalle che dice :
“Ehi hai visto che sorpresa ! Non te l’ho detto prima, sì insomma confermato prima, ma ora sarai il mio “girapagine”, sei preoccupata?”
“Ciao, Laura, no non sono preoccupata, tanto non sono io che devo suonare ma sei tu !”
Le rispondo con spavalderia, ma in verità ero un po’ preoccupata, in quanto il suo spartito non l’avevo praticamente mai visto, se non furtivamente un pomeriggio, e di quel pomeriggio mi ricordavo una montagna di segni a matita su righi e note, con scritte del tipo “questo no” questo sì” e poi frecce in su e poi in giù, insomma appunti che rendevano la lettura musicale, diciamo così, non esattamente conforme e quanto stava effettivamente scritto e quindi …. ho pensato
“Mah! Chissà cosa salterà fuori! ” e come in quel famoso film mi sono detta : “speriamo che me la cavo !”
Intanto c’é il problema delle sedie, ossia io non ho la sedia ove potermi accucciare affianco alla mia Pianista, per la verità a me non sembra un gran problema
“bèh è lo stesso starò in piedi e poi mi abbasserò piegandomi sui fogli al momento opportuno”
ma Lei girandosi verso un Attore o forse il Regista, non so, richiede con fermezza una sedia per me … così la sedie salta fuori dall’angusto camerino, e per fortuna, altrimenti alla fine dello spettacolo, durata due ore e un quarto, sarei sicuramente crollata in pezzi dal mal di schiena !
Il nostro spazio è di poco più di 2 metri quadrati sul lato sinistro del proscenio e di fianco a noi deve trovar posto anche una giovane Violinista con sedia e leggio.
Mentre gli Attori e le Attrici si abbracciano e si sospingono sul palco dandosi pacche di sostegno noi proviamo le luci sullo strumento,
“Accidenti non c’è il piano c’è una tastiera, questa cosa, se fossi io a dover suonare, mi manderebbe in bestia !”
Ma Lei pare incredibilmente abituata all’ eresia e prova freneticamente sulla sua tastiera muta alcuni impervi passaggi musicali, e poi sposta le due piccole luci a stelo, sistema il volume dello strumento e mi sussurra qualche cosa relativa ad una pagina nel grosso spartito, che noto solo ora essere di circa 200 pagine !!, Sì, insomma, una pagina da saltare ad un certo punto ed un’altra da accorpare in un altro punto … mentre mi spiega freneticamente la questione, sento alle mie spalle la giovane Violinista accennare al fatto che non ha una luce diretta sul suo di spartito, passa il Regista che le dice che di altre luci non ce ne sono e quindi avrebbe dovuto fare con il riflesso delle luci poste sulla tastiera, allora mentre Laura va a darsi un ultimo riassetto fisico e psicologico nello stanzino dietro, mi giro verso la violinista e cerco di trovarle una soluzione al problema, avevo una piccola torcia in borsa ma non si riesce di impiccarla al leggio e poi il tempo stringe allora pieghiamo un po’ uno dei due steli di luce alla tastiera verso il suo leggio, e avviciniamo ulteriormente la sua postazione alla mia.
Gli Attori si stringono al centro del parco e gridano “merda! merda! merda!”
quindi si distribuiscono pronti per la prima scena, fa ritorno trafelata la mia Pianista e parla con il Regista su qualche colpo di campana da effettuare con il suono della tastiera e poi, finalmente, il sipario s’apre.
Il “girapagine” non può seguire più di tanto la storia che si svolge in teatro, il “girapagine” deve girare le pagine bene e al giusto tempo, e così io non ho quasi capito nulla delle storie che si svolgevano e si raccontavano sul palco, però ho visto da vicino le dita della mia Pianista scorrere veloci sui tasti con mano solida e ricca di accenti, la sua caparbietà nel suono forte, la sua intensità nella malinconia, i suoi trasalimenti, il suo ardore, la sua istrionica gestualità a tratti audace ed aggressiva ma sempre con tecnica ed indiscutibile professionalità, le sue brevi estasi e forse ho percepito anche la sua iniziale tensione ma poi ho assistito anche ai suoi respiri profondi prima degli attacchi che scorrevano in sintonia con il vibrare preciso e pulito del bel canto di violino che sortiva dalle abili mani della giovane Violinista, ed io intanto di sottecchi fissavo compiaciuta la mia Musicista e da vicino restavo protesa a cogliere ogni cenno o sussurro che mi facesse carpire “ora !”… “gira!” ,,, “via!! ”…. e i fogli giravano, giravano in velocità mentre avanti ai miei occhi scorrevano file di bemolli, coppie di diesis, e poi 4/4, 2/4, 5/4 e tempi rubati, swingati, brevi rallentati, un tango divaricato e poi accenti e contrattempi e allegri scatenati …. “corri corri “girapagine” non ti distrarre ! Non devi perdere una nota !” … la mia mente allora raccoglieva, raccoglieva e tentava disperatamente di conservare tutto nel suo piccolo forziere di musica, tutti gli accordi, sperati, insperati, cercati, non cercati, probabili, improbabili, della grazie, della bellezza, dell’ironia e la perdita di sé, nel canto, nella gioia sfrenata, nel dolore, nel gioco …. e che in fondo sono quello che ognuno di noi attende e cerca come traguardo nel proprio sentire, nel proprio esserci.
Ecco e proprio così che anche ieri sera la magia della musica è tornata ad aleggiare ed è venuta nuovamente ad abitarmi.
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