il punto di vista
IL “FREE-CLASSIC-RADICALE”
/ di Mag
Può la musica riunire tutte le etnie umane in un unico genere ? “In principio fu il verbo” … (Gv 1,1,) un unico verbo, un unico suono, profondo e acutissimo, un suono- rumore, assordante ma anche silenziosissimo perché oltre ogni soglia umana di udibilità, un suono totale, unico e multiplo, senza classi di sorta, senza convenzioni, senza lettere ed idiomi, senza cifre o alfabeti, eppure un suono uguale per tutti, al quale tutti (più o meno coscientemente) sentiamo di appartenere.
Oggi potremmo ricreare quello stato di appartenenza primordiale ?
Le persone sulla terra sono suddivise in centinaia e centinaia di etnie e popoli diversi, ognuno con la propria lingua, usanza e cultura, le lingue parlate sono più di settemila e capirsi è sempre molto difficile, non solo per questa a dir poco “consistente” varietà, ma soprattutto a causa degli imperituri difetti umani : la mai doma competitività, l’arroganza, il desiderio e la brama di potere che inducono fatalmente alla sopraffazione delle razze più deboli, l’avidità e non in ultimo, la vanità.
Le parole sono diventate praticamente infinite ed è impossibile poterle conoscere e capirle tutte nei loro unici e a volte, plurimi significati.
“In principio era il ritmo, dal momento che tutti i gesti e tutti i movimenti in partenza privi di ritmo diventano ritmati con la loro ripetizione. …“ diceva Hans von Bullow noi siamo esseri ritmati, il ritmo è in noi stessi, ci appartiene internamente ed esternamente, c’era prima e ci sarà dopo di noi, il ritmo ci costituisce e fa vivere, e nel movimento si produce una quantità enorme di gesti sonori ritmati, finché c’è vita c’è ritmo, quando non sarà più nulla non ci saranno più ripetizioni e i riverberi si azzittiranno, allora sarà il vuoto o tutto sarà altrove o non sarà.
La musica è simbolica ossia è veicolo di significati profondi ed esprime se “liberata” da imposizioni, regole fisse, una “linguaggio” comune che riavvicina le anime di tutti gli esseri viventi.
Ed è proprio questo ritorno ad una concezione di musica totale, espressione della propria interiorità che le dona la sua triplice natura: da un lato “classic” nel senso di eterna, e dall’altro “free”, ossia libera, anche se per “Free” non si vuole una “tabula rasa”, una musica “casuale”, una musica in “stato confusionale”, una aleatorietà ma s’ intente una musica di ricerca, ricostruzione e de-costruzione del proprio substrato culturale, e poi, non in ultimo, “radicale” ossia che vuole arrivare a toccare la radice del proprio vissuto, in un rapporto di ascolto simbiotico col proprio io più profondo.
Un senso- non senso, che apre infinite possibilità di scambio con chiunque condivida questo andare per il fondo del fiume e voglia partecipare a questo percorso introspettivo, un gioco aperto ad ogni nuovo evento, a ciascun altro soggetto e contenuto interiorizzato che si dona alla condivisione.
Ogni linguaggio musicale ha un suo stile grammaticale che si erge come un’armatura a difesa del proprio casato di bellezza.
La musica “free-classic-radicale” è una musica mutante e cambia quando passa da una cultura all’altra ma dentro di sé stringe la propria perla migliore ed essa si mostra e arriva a chi si pone in ascolto quando riesce a sospendere il tempo, quando lo annulla, quando proietta in un mondo di mezzo, in un’altra dimensione, quando ci rapisce e ciascuno rimane immerso così profondamente in lei che non vorrebbe più far ritorno nel mondo reale: allora sopra si alzeranno soffitti, e le finestre si spalancheranno, aria nuova entrerà nelle vostre case, perché solo così ognuno avrà modo di esprimere veramente sé stesso, e i propri “capricci” emotivi, e solo così ad ognuno di voi, uditori, sarà chiesto di partecipare e sarete investiti di un ruolo fondamentale, sarete la parte viva- reale di quella musica “Free Classic-Radicale”.
Perché è ora di chiudere definitivamente i ponti con quell’ossessione dell’identico, con l’ossessione delle gerarchie armoniche, con il perfetto, perché è giunta l’ora di darsi per quello che veramente si è, umani e creativi, perché tutto ora è veramente possibile, e l’idea è quella di proporsi “differenziandosi”, forse essere “aurorali”, ma sempre originariamente veri, e questo in giornate di vera grazia, può ben voler dire essere nuovi !
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