il punto di vista
MUSICA DA RIDERE
/ di Mag
Pochi giorni fa disquisivo con una mia collega sui colori delle armonie e dei sentimenti che certe melodie evocano nell’animo umano, bene, immediatamente mi sono venuti in mente e di conseguenza alle mani appoggiate alla tastiera del mio pianoforte, esempi di carattere crepuscolare, drammatico, tragico, nostalgico, oppure esempi espressivi di fugace allegria, forza, energia conclamata, chiarezza e distensione …. ma oggi mi chiedo:
esiste musica da ridere ?
Ossia, non intendo con questo riferirmi ad un genere di musica ridicola, insomma, a della “cattiva musica” , intendo proprio della musica capace di mettere in scena l’allegria pura, la grassa risata od in alternativa, capace di suscitare quello che sanno ben fare gli attori comici bravi, (mi viene in mente, Aldo Fabrizi, Stanlio e Olio, Totò, Dario Fo, Walter Chiari ….) musica capace di far nascere per l’appunto il riso o, quanto meno, un bel sorriso figlio dell’ironia.
E’ immediato allora ricordarsi delle opere buffe o comiche allestite soprattutto nel 1700 (passa sulla scena una cantante che fa finta di cantare un’aria di Rossini …..) ma io non voglio riferirmi qui a personaggi comici o a vicende da commedia dove il testo, il libretto, sicuramente ne fa da padrone ed incide in maniera determinante sulla ilarità o la comicità dello spettacolo d’insieme (anche se certamente ne è partecipe anche la scrittura musicale).
Vorrei trovare pagine divertenti riferendomi soltanto alla musica strumentale, pagine volute comiche e buffe già in fase compositiva da chi le ha composte e non diventate comiche in un secondo tempo per effetto della loro “stramba” esecuzione. (esempi unicamente di “stramba” esecuzione)
Il primi esempi che mi corrono alla mente (e forse saranno i miei anni di anonima militanza nel coro “Adriano Banchieri” di Bologna) sono sicuramente alcune operette buffe di Banchieri come “Il Contrappunto Bestiale …” e “Il festino nella sera del Giovedì grasso” dove la comicità si esprime in maniera molto convincente anche attraverso i versi onomatopeici degli animali della campagna, “un cane, un gatto, un cucco ….” ed il contrappunto, cioè i versi degli animali, si sviluppa in maniera anche improvvisata.
Wolfgang Amadeus Mozart è considerato sicuramente uno dei campioni dell’ironia e dei doppi sensi che si esprimono divertiti soprattutto nelle sue opere liriche (le nozze di Figaro… corni che diventano cantando “le corna”, molte volte Mozart scrive commenti ironici sulle sue partiture musicali diretti ai futuri esecutori, commenti che si pongono al limite fra l’insulto e l’incoraggiamento ad esempio “Adagio, a lei signor asino – ha che stonatura, che rottura di ….”,
al pianista alle prime armi non sarà sfuggita anche “la tartina di burro” simpatico brano che durante l’esecuzione imita la spalmatura del burro sulla tartina …. (esecuzione della tartina di burro)
Beethoven è sicuramente un autore più serio ed impegnato e su di lui sono rari gli esempi di musica da ridere, certo desta una certa ilarità, almeno nel titolo e nella suggestione che si ha in seguito ascoltando il brano, il Rondò “la rabbia sul soldino perduto” ed allora sembra di vedere questo soldino di rame ruzzolare dispettoso pre gli anfratti più nascosti in una scomposta camera.
Alla fine dell’ottocento non si può ricordare il nostro Gioacchino Rossini, le sue ouverture d’opera e le sue opere in genere sono ricche di comicità e spunti ironici in primis “il barbiere di Siviglia” e poi la “Gazza ladra” “il Signor Bruschino” … il duetto buffo dei gatti, ma anche nei suoi (pochi) brani pianistici troviamo il sorriso sotteso .
Un autore novecentesco che sicuramente ha sempre cercato con grande frequenza (forse troppa!) la comicità è il francese Eric Satie ricordo fra i suoi pezzi pianistici “trois morceaux en forme de poire”, “Sport e divertissements”, “Sonatine Burocratiche” …. ma anche qui più nel nome che nella sonorità musicale … ma poi se si passa alla musica di genere “leggero” non si ha certo il problema della scelta, infatti sono innumerevoli le canzoncine spiritose che si sono succedute negli anni e quindi, tanto per riportare un esempio, parecchie canzoni eseguite dal gruppo vocale Quartetto Cetra avevano uno spiccato carattere burlesco e comico : “Crapa pelata”, “Però mi vuole bene” “nella vecchia fattoria” sono per citarne due … anzi no tre …. ma è indubbio che il Teatro e l’avanspettacolo in genere sono le palestre naturali e i terreni sorgivi di quell’ironia che arriva ad esprimersi nelle “canzonette”.
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