il punto di vista
QUEL DESIDERIO DEL “FARE”
/ di Mag
Chi ama la musica deve possedere il desiderio del “fare” musica così come fanno i bambini che cominciano a fare le cose prima ancora di capirle.
Così sono io … quando mi avvicino ad uno strumento il primo mio istinto è quello di toccarlo, farlo risuonare per carpirne tutti i suoi segreti, il suo carattere, la sua voce …. Poter finalmente comunicare con “lui”.
Mi piace molto “fare” musica senza pensare in termini di “forme”, di procedimenti, di sistemi, ma il mio “fare” è un processo continuo senza capo né coda, il mio è un lasciarsi andare, uno scorrere di umori, di pensieri, di colori, d’ immagini, di odori, forti, deboli, freddi, caldi, umidi …..
Nel mio “fare” gioca un ruolo importante il sentimento, la memoria, l’equilibrio o, per contro, lo squilibrio; fattori che si incrociano in maniera “quasi inconscia”.
Il brano si snoda come in un grande processo di mutazione, io lo “percepisco” in partenza senza un vero senso cronologico ma poi in un secondo tempo posso cercare di organizzarlo, ma allora il materiale è già fatto ed il più, è stato espresso.
Ma, occorre dire che una buona parte di quel “più originale” tanto inaspettatamente giunge quanto in fretta svanisce !!
Tutto il resto è analisi, ovvero qualcosa di postumo.
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