il punto di vista
LEZIONE DI STILE – (terza parte)
15 aprile 2018
/ di Mag
Non è mai facile tradurre le proprie idee su carta e, nello specifico, all’interno di una griglia fatta di 5 righe e 4 spazi !
Una frase di DALE CARNEGIE mi ha sempre molto colpito :
“noi tutti possiamo fare cose che nemmeno pensiamo di poter riuscire a fare. Ma se non rischierai, mai conoscerai il tuo potenziale” quindi non conoscerai mai i tuoi limiti.
Non intendo qui accreditare l’opinione che occorra buttarsi a capofitto nelle cose ma occorre avere il coraggio e l’intelligenza di considerare ogni propria (e perché no, altrui) idea e di non farsi sfuggire le (forse molte o forse poche) occasioni che ci dovessero capitare a tiro perché, ribadisco, nella vita IL TALENTO, da solo, NON BASTA.
Occorre poi raccogliere gli aspetti creativi dalle proprie idee, è importante poterli sperimentale più volte ed in seguito analizzarli. Avere uno STILE significa avere inconsciamente elaborato una propria filosofia che si manifesta nel proprio lavoro, nel proprio modo di studiare, nel proprio modo di condurre la vita, nulla è staccato, è isolato, tutto rientra e fa parte della “personalità”.
“Ho un gusto molto semplice, mi piace il meglio di tutto …” OSCAR WILDE
E’ fondamentale far capire agli altri chi siamo, da dove veniamo e in quale direzione intendiamo andare o si sta andando, perché così esprimiamo e trasmettiamo i principi che stanno alla base della nostra mente (chiarezza e pulizia dentro ed attorno a noi) e, allo stesso tempo, seguire un ordine mentale, ci aiuta nel momento delle scelte, ci aiuta a trovare la bussola quando la smarriamo.
Quando un Artista raggiunge un proprio Stile diventa riconoscibile e questo gli consente di tramandare le proprie idee, quello che ha elaborato o creato.
Ma lo “Stile di un Artista” è comunque e sempre un carattere in evoluzione, un valore, una forma che, più o meno velocemente, si trasforma ed acquisisce nuove sfumature, nuove sensibilità ed aspetti creativi (nel confronto e nell’approfondimento) che lo valorizzano e che fanno si che lo scorrere del tempo non lo possa intaccare, snaturale o svilire del tutto.
La perfezione è un valore che in assoluto è umanamente irraggiungibile, ma se riferito al singolo, alla persona, allora tutto è perfettibile.
Lo studio di un brano musicale è un lavoro rigoroso ed occorre disciplina, non tralasciare alcun dettaglio, le note, la diteggiatura, il fraseggio, l’intensità del suono, il tempo… ma poi occorre raggiungere un altro livello di maturazione, ossia si deve arrivare ad esprimere la propria emotività, ci si deve liberare dalle ansie della lettura, dalle ansie della prestazione, ci si deve, in fondo, immedesimare…. perché fare musica resta comunque e sempre un esercizio di Stile, il proprio.
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