il punto di vista
Dimensioni delle tastiere pianistiche
1 agosto 2018
/ di Mag
L’estensione della tastiera pianistica nel corso del tempo si è andata sempre più ampliandosi.
Il modello pianistico progettato da Cristofori, nel 1700 circa, si estendeva dal Do1 al Do5 che in pratica voleva dire l’estensione delle voci umane da quella di basso a quella di soprano.
Bartolomeo Cristofori, padovano, era un costruttore di cembali al servizio di Ferdinando de’Medici e la sua invenzione nacque per soddisfare le esigenze artistiche dei suoi ricchi clienti che volevano degli strumenti più espressivi capaci di trasporre in musica, attraverso il suono della
tastiera, “il parlare e le emozioni del cuore”; Cristofori decise quindi di costruire un prototipo nuovo, ossia uno strumento con corde percosse da martelletti anziché pizzicate da plettri.
Il nuovo strumento fu chiamato “gravicembalo con piano e forte”.
Ad un artigiano tedesco, Gottfried Silbermann, già nel corso della prima metà del ‘700 non passò inosservata questa invenzione e pure lui si dedicò alla costruzione ed allo studio di questi nuovi strumenti “piano-forti”. Con Silbermann la tastiera guadagna un’ottava al basso e con gli inglesi Stein si arriva al grave fino al Fa-1.
Alla metà del 1700 il piano-forte sbarca anche in Inghilterra dove, per mano di tre abili artigiani cembalari, Christoph Zumpe, che aveva lavorato con Silbermann, poi lo scozzese John Broadwood e l’olandese Backers, il nuovo strumento uscì profondamente rinnovato.
Backers rese possibile il meccanismo di suonare ad “una corda” attraverso l’uso di un pedale anziché l’uso della mano e poi inventò il pedale “della risonanza”. Broadwood si dedicò a perfezionare la tecnica costruttiva dello strumento, rendendo la meccanica molto meno rumorosa, il movimento rumoroso dei martelletti e dei tasti venne da lui drasticamente ridotto, e poi procedette anche all’aumento del numero dei tasti che partendo dal Fa-1 arrivò verso l’acuto al Do6.
L’estensione del pianoforte in seguito ha continuato incessantemente ad ampliarsi per arrivare nel 1800 alla dimensione attuale di 7 ottave e 1/4 ossia da La-2 a do7
Ricordiamo poi l’estensione limite del pianoforte costruito dalla Bosendorfer di (8 ottave da do-2 a Do7) il “Bosendorfer Imperiale” pianoforte sperimentato e voluto da Ferruccio Busoni.
N.B: Nella numerazione il Do3 è il Do centrale
| __________Gravicembalo Cristofori 1700 circa __ ______|
|___Tastiere dei pianoforti Silbermann e Stein, Inglesi 1700____|
|___________________ Estensione 5 ottave e 1/2 introdotta _ ________|
introdotta da Broadwood verso il 1792
|_Tessitura di 6 ottave dei pianoforti viennesi e tedeschi dal 1805___________|
|_________________Tessitura attuale pianoforte di 7 ottave e 1/4 da La-2 a Do7 _____________|
|____________________Bosendorfer Imperiale (8 ottave, da Do-2 a Do7 ______________________________________|
E così, fin dagli anni della sua prima affermazione, il suono del pianoforte, con la sua ricchissima tavolozza espressiva, non ha più smesso di stupirci.
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