il punto di vista
“IL RECITAL E IL SUO “INVENTORE”
24 aprile 2019
/ di Mag
Non molti musicisti sanno che, per lo meno in ambito pianistico, l’inventore del “recital” fu Franz Liszt, in quale il 9 giugno 1840 a Londra per l’esecuzione di un suo concerto utilizzò per la prima volta (sia pure al plurale) il termine rivoluzionario “recitals”: la cartellonista del tempo così annunciava
“Il Signor Liszt terrà (…) RECITALS ON THE PIANOFORTE, recitazioni al pianoforte delle seguenti opere …”.
Con il termine inglese “recital” si riassumono più significati in uno, s’intende sicuramente un intrattenimento ma anche ed innanzitutto una narrazione, un racconto e, non in ultimo, una recitazione, quindi, quando LISZT predisponeva a Londra il suo manifesto concertistico, egli sapeva benissimo quello che voleva dire, ossia egli avrebbe intrattenuto il pubblico in sala “recitando” e “raccontando” le opere pianistiche previste in cartellone, così come si recita una serie di monologhi teatrali o delle poesie.
Il passo è grande perché se fino ad allora si privilegiavano le esecuzioni per pianoforte solo in ambiti privati o semiprivati ora, così come accadeva per la dizione, la lingua parlata, anche la musica pianistica conquistava definitivamente la dimensione di SPETTACOLO, spettacolo totale non solo musicale.
L’esperimento probabilmente venne in suggerimento a Liszt alcuni anni prima quando apprese che a Vienna durante alcuni concerti pianistici si era diffusa l’usanza d’inserire un brano di recitazione con un attore di grido, e questi concerti “misti” potevano riunire un pianista, uno o più cantanti ed anche l’orchestra. Clara Wieck, il grande Thalberg, ad esempio, durante alcuni dei loro concerti affidavano ad attori teatrali alcune “declamazioni”.
All’inizio questa usanza suscitò parecchi stupori e qualche commento sfavorevole ma poi il “recital” così fatto, venne rapidamente adottato da molti interpreti e in molte serate venne preferito al classico “soliloquio musicale”.
Liszt era certamente UNICO in questo particolare tipo di concerto, perché nei suoi “Recitals” non solo si poteva assistere all’introduzione di eventuali parti recitate, ma il pianoforte, anzi, il pianista faceva tutto da solo: quindi al concetto di spettacolo si sostituiva, nel suo caso, il concetto di uomo-spettacolo: Liszt era in grado di sostenere tutte le parti di attore previste nel copione teatrale.
Si pensi che ai suoi “recitals” addirittura differenziava i prezzi dei biglietti d’ ingresso a seconda della posizione occupata dallo spettatore, chi stava più a ridosso del pianista e poteva così vedere meglio la sua “performance” artistica e la sua stupefacente tecnica pianistica “senza trucco e senza inganni” avrebbe dovuto pagare il doppio!
E bravo Liszt, non si può certo dire che non sapesse curare bene i propri interessi !!
Mi sorge un dubbio …. E’ forse da qui che nacquero in seguito in ogni Teatro o Arena che si rispetti le salatissime “poltronissime” ?!
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